Origini e storia
Molte fra le preziose razze italiane hanno origini antichissime, che pertanto sono di difficile ricostruzione e messa a fuoco. Quasi tutte le nostre razze affondano le loro radici nei secoli lontani, agli albori della civiltà dell’uomo. E’ evidente dunque la difficoltà che le ricerche per evidenziare una precisa data o regione di nascita presentano. Il Maltese non fa per questo eccezione e qualche incertezza si rileva anche circa la sua collocazione spazio-temporale. Del resto non sono facilmente individuabili le origini degli altri Bichon al cui gruppo il Maltese si assimila insieme al Bolognese, al Coton de Tulear, all’Avanese ed al Bichon Frisé. Tuttavia, se risulta complesso un discorso a ritroso ineccepibilmente preciso e dettagliato, è comunque possibile concordare con chi sostiene che la culla del Maltese fu l’isola di Malta, l’antica Melita, anche se, a ben guardare, non troviamo sostanziali tracce a conferma di ciò. Indubitabile è invece che il bacino del Mediterraneo abbia visto la nascita di questo splendido cane.
Per dovere d’informazione, sarà utile anche ricordare un’altra ipotesi secondo la quale sarebbe originario dell’arcipelago indiano, da dove sarebbe poi passato in Grecia (V sec. a.C.) e quindi nell’Impero Romano.
Altri storici ne ipotizzano l’esistenza sull’isola di Meleda, nell’Adriatico, presso l’attuale Dalmazia e, in effetti, alcuni reperti ne attestano la presenza già dal 500 a.C.
Strabone (circa 63 a.C.), celebre storico greco, lo fa nascere in Sicilia e lo chiama canin melitensis già in uno scritto che risale al primo secolo a.C., anche se, secondo indagini successive, non risulta in quell’isola nessuna città dal nome “Melita”. E’ probabile una certa confusione di luoghi, in tempi in cui la geografia non era una scienza certa. Una città di nome Melita, infatti, risulta in Asia Minore, ma difficilmente si può considerare la stessa. Ciò che di inconfutabile appare in tutte le ricerche fin qui effettuate è che il Mediterraneo abbia sicuramente accolto nel suo bacino l’alba della razza Maltese nella storia. Accreditando quest’ultimo come unico dato certo, non possiamo far altro che osservare come dai tempi dell’antica Roma fino ai nostri giorni questa graziosa candida creaturina sia stata amata ed apprezzata. Chiunque parli della storia del Maltese non può fare a meno di citare i versi che il poeta Marziale dedicò alla piccola Issa, Maltesina del governatore romano di Malta, Publio:
Issa è più allegra del passero di Catullo, più pura del bacio di una colomba, più dolce della carezza di una fanciulla, più preziosa di una gemma dell’India, per tema che agli ultimi giorni suoi l’Eterno la prenderà e la sua immagine le venga crudelmente strappata dal cuore e della mente.
Publio ha voluto che fosse eternata in un dipinto.
Nell’antica Roma ne celebrano le bellezze, oltre il già citato Strabone, Plinio il Vecchio, Properzio e Columella. Se Roma ne cantò il bel manto ed il dolce carattere, Atene non fu da meno. Così, dall’antica Grecia ci sono giunte le lodi di Timone (V secolo a.C.) e Teofrasto (III secolo a.C.) nonché del grande Aristotele. Nella letteratura ariostesca ricordiamo poi bellissime descrizioni, nella leggenda della Fata Manto, di un piccolo e delicato cagnolino dal manto “più bianco d’ermellino”. Era questo candido esserino nient’altro che la fata tramutata in maltese per persuadere magicamente la riluttante amata da Adonio.
Se tanti e tali furono i letterati ad amarlo, non furono da meno i celeberrimi pittori che ne immortalarono la bellezza. E’ sufficiente citare Tiziano, Veronese, Tintoretto o il Pollaiolo per gli italiani, Goya, Watteau, Rubens, Landseer, Memling per gli stranieri.
Chi ben conosce questo amabile candido esserino può capire il fatto che sia stato amato e vezzeggiato nel corso dei secoli e non si stupirà pensando che esso è stato nell’antica Roma il dono più ambito delle signore, così come non si meraviglierà di sapere quanto dolcemente amò il suo Maltese Loulou, il sensibile cuore di uno dei più grandi musicisti della nostra storia: Giuseppe Verdi,
Del resto la grazia, l’allegria e l’intelligenza di questo cane sono tali da aver conquistato gli ingegni più vari e versatili: poeti, pittori, scrittori, musicisti oltre a un critico letterario come Francesco De Sanctis od un attore come Gary Cooper. Come si vede non è poi così difficile amare un cane tanto bello quanto irresistibilmente piacevole.