Origini e storia:
Anche l’origine del Bolognese si perde nella notte dei tempi. Di teorie, come per molte razze canine, ce ne sono tante. C’è chi narra che nascano da incroci tra razze da pastore e segugi, discendenti poi da diversi luoghi del Nord Africa e dell’alto adriatico, che avrebbero successivamente originato, diverse razze italiane, spagnole, portoghesi e francesi.
La caratteristica di molti di questi cani era un pelo di tessitura piuttosto lanosa che li favoriva assolutamente per il riporto in acqua.
Sembra che proprio per il fatto che si lavorasse molto in consanguineità, visto ovviamente un limitato pool genetico, nascessero cani molto piccoli che non potevano essere utilizzati come cani da lavoro. Quindi, questi soggetti di taglia più ridotta, venivano tenuti in casa, come cani da compagnia ed utilizzati anche per la catturava di topi.
Già dal 1400 qualcuno ne apprezza le caratteristiche, ritraendo questi soggetti in dipinti, che si avvicinano parecchio alle attuali caratteristiche morfologiche della razza. La certezza che fossero Bolognesi non l’abbiamo, ma visionando i dipinti di quell’epoca, si trovano cagnolini di taglia piccola e di colore bianco che ricordano il Bolognese o il Barbone.
Nel 1496 il Carpaccio, nell’opera “Miracolo della reliquia della croce di San Marco” (Galleria dell’Accademia – Venezia), ci fornisce una testimonianza. Altre tracce si trovano nelle corti europee, dove il Bolognese è presto diventato compagno di salotto di nobili donne e prezioso oggetto di scambio fra i potenti. Verso la metà del Cinquecento, il Bolognese ha conquistato i cuori dell’aristocrazia italiana ed europea. Questi nobili proprietari, infatti, amavano molto farsi ritrarre in compagnia dei loro amici a quattro zampe, divenuti ormai simbolo di raffinatezza.
Come per altri cani di piccola taglia, erano amati e coccolati dalle famiglie nobili, che scoprendoli, li accolgono nelle proprie case, proprio per i loro piacevoli tratti morfologici ed il carattere dolce, che permetteva un facile contatto con l’uomo.
Si potrebbe facilmente credere infatti, che gli stessi nobili, ne ingentilirono le caratteristiche e ne rimpiccolirono ancora la taglia, incrociandoli con i Maltesi che a quel tempo erano già diffusi.
All’Ermitage di San Pietroburgo, in Russia, in un dipinto degli inizi del cinquecento, Lorenzo Lotto ritrae due coniugi con in braccio un piccolo cane bianco che sembra proprio un incrocio tra un Bolognese ed un Maltese. Ed ancora, qualche anno dopo, Tiziano immortala Federico Gonzaga in compagnia del suo amato cagnolino, con accanto la Venere, dea della bellezza, segno proprio dell’alta considerazione di questa razza.
Alla fine del settecento Goya, nell’opera intitolata “Venere con organista, amorino e cagnolino” rappresenta il ritratto della duchessa D’Alba con il suo piccolo cane bianco.
E’ interessante sapere che anche Caterina di Russia alla metà del settecento possedeva questa razza.
Il riconoscimento della razza avviene all’inizio del novecento, quando fu redatto il primo standard di razza che, poco si discosta da quello in essere.
La razza ha subito una ricostruzione all’inizio degli anni ottanta, in quanto, ahimè, stava quasi per estinguersi, già a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Probabilmente è stata ricostruita con l’intrusione di altre razze, tra cui il Bichon Frisé, il Barbone ed il Maltese. Venivano quindi riconosciuti tutti quei soggetti che si avvicinavano maggiormente a quello che è lo standard di razza, via via poi con gli anni si sono ottenuti e si stanno ottenendo buoni risultati.
Negli ultimi vent’anni c’è stata sicuramente un’evoluzione della razza, Basti pensare a ciò che si vedeva negli anni ottanta, soggetti bassi sugli arti, di taglia grande e che presentavano macchie considerevoli sui loro mantelli, raramente con i tipici boccoli. Di conseguenza, il patrimonio genetico per questa razza era assolutamente insufficiente.
La razza ha iniziato ultimamente a suscitare interesse nei Paesi Scandinavi, dove ci sono allevatori che stanno ottenendo eccellenti risultati. Gli stessi Scandinavi hanno anche iniziato i test genetici, rotula ed occhi, sui soggetti importati ed allevati, lavorando quindi sulla selezione anche dal punto di vista della salute. E’ allevata anche in Russia, dove, già dai tempi di Caterina di Russia erano presenti dei soggetti di questa razza.